martedì 15 luglio 2014

Nicola Savoretti parla del mercato degli orologi sul quotidiano “Tribune de Genève”

Nato a Torino da padre italiano e madre russa, Nicola Savoretti ha studiato a Mosca e vive nella capitale da 13 anni, un periodo di tempo che lo ha portato ad avere una conoscenza profonda di questa città. Appassionato di orologeria e collezionista di orologi contemporanei, rappresenta diversi marchi svizzeri, tra i quali Gérald Genta e Roger Dubuis. A proposito di tali brand, Nicola Savoretti si è così pronunciato sul quotidiano Tribune de Genève: “Le cose stanno andando molto bene. I russi sono affascinati dagli orologi. Qualche anno fa preferivano modelli vistosi, mentre oggi optano per esemplari che hanno spesso complicazioni ma dal design più discreto”. Un mercato molto promettente, dal momento che circa il 10% della popolazione, ovvero 15 milioni di persone, ha a disposizione un rendiconto annuo di oltre 10.000 dollari e quasi 800.000 russi hanno più di un milione di dollari in banca. “Vendiamo i nostri orologi al kilo”, dice ironicamente Nicola Savoretti.
La Russia è quindi una terra di abbondanza, è importante però abituarsi allo stile di vita e alle regole sociali esistenti.

sabato 7 luglio 2012

Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Russia, riceve Fra’ Matthew Festing

Il 6 luglio Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Russia, ha ricevuto Fra’ Matthew Festing alla residenza patriarcale del Monastero di San Daniele a Mosca. I due leader hanno discusso di cooperazione umanitaria e culturale, esprimendo allo stesso tempo un certo disappunto per la secolarizzazione e la discriminazione contro i cristiani in alcune nazioni. Alla fine di questo storico incontro, il Gran Maestro ha donato alla Chiesa Ortodossa russa una reliquia della Santa Croce e il patriarca ha contraccambiato con un prezioso dipinto del Sacrificio di Cristo. All’incontro erano presenti anche Igumeno Filaret (Bulekov), Vice Presidente del Dipartimento degli Affari Esterni, e l’arciprete Sergij Zvonarev, Sottosegretario per le relazioni con gli stati stranieri. L’ordine di Malta era rappresentato invece dal Gran Cancelliere Jean-Pierre Mazery, dall’Ambasciatore Gianfranco Facco Bonetti, dal Rappresentante dell’Ordine per la Federazione Russa, Primo Console Nicola Savoretti, e dal Console per le Relazioni Religiose, Immacolata Solaro del Borgo.

martedì 13 settembre 2011

Nicola Savoretti intervistato da “In Persone”

In un’intervista rilasciata alla rivista “In Persone”, Nicola Savoretti, Presidente della ZAO “Club Italia”, racconta dei suoi legami e di quelli della sua famiglia con la Russia e, precedentemente con l’Unione Sovietica. Un rapporto nato nel 1954, quando il padre conobbe la madre in territorio sovietico e diede avvio alla costruzione di 58 stabilimenti nell’arco di 35 anni di attività. Nel 1985, dopo aver portato a termine gli studi universitari, Nicola Savoretti tornò in Unione Sovietica e cominciò il suo percorso professionale, retaggio della passione insegnatagli dai genitori sia per la Russia che per l’Italia. Il manager esprime poi il suo punto di vista sulla situazione dei rapporti economici italo-russi, sottolineando come sia giunta al termine l’epoca delle mega-fabbriche, diventate inutili, e come sia invece in crescita il business famigliare, basato sulla piccola e media imprenditoria. Si sofferma, successivamente, sui luoghi più amati, in particolare Mosca, una città piena di posti magici e forte dei suoi 860 anni di storia, come testimoniato dai molti musei, teatri, ristoranti e gallerie d’arte. In 25 anni di lavoro in Russia, Savoretti si è impegnato in molteplici attività, arrivando a diventare il più grande importatore di marchi di lusso europei, principalmente italiani. L’intervista si chiude con dei suggerimenti per avvicinare ancora di più il mondo russo a quello italiano, ovvero l’organizzazione di sfilate di designer moderni russi in Italia o gli scambi tra musei dei costumi e uniformi per approfondire le diverse culture dei due popoli, eventualmente anche attraverso delle mostre itineranti.

giovedì 21 aprile 2011

Industrial Weekly intervista Nicola Savoretti: “I segreti degli investimenti italiani”

Nicola Savoretti: “Il ruolo chiave del Club Italy è quello di aiutare a capirsi vicendevolmente”

I rapporti tra Russia e Italia stanno attraversando in questo momento una situazione che è estremamente vantaggiosa per importanti iniziative di business. L’Italia è aperta a una cooperazione reciprocamente proficua come non mai ed è pronta a fare investimenti e a puntare sulla tecnologia in progetti realizzati con l’appoggio della Russia. Gli imprenditori e gli industriali russi possono considerare questa come una possibilità di guadagno. In tale ottica rientra il Club Italy, fondato in Russia con lo scopo di agevolare gli investimenti e fornire assistenza nei rapporti che si instaurano tra le due parti. Nicola Savoretti, direttore di Club Italy ne parla in un’intervista rilasciata a Industrial Weekly.

Signor Savoretti, il suo Club Italy è piuttosto giovane…
Club Italy esiste solo da 2 anni ma è già molto conosciuto, in particolare dagli imprenditori italiani. Non è un club nel senso stretto del termine, con appartenenza e altri attributi. È un club nel senso che aiuta i produttori italiani a esportare le loro tecnologie e il know-how in Russia e permette la reciproca collaborazione tra partner virtuosi.

Significa che siete alla ricerca di partner? O di tecnologie?
A onore del vero lavoriamo su entrambi questi aspetti… Sì, cerchiamo partner in Italia per gli imprenditori russi. Per esempio, un produttore russo di lampade, tavoli o qualsiasi altra cosa viene da noi e ha dalla sua il mercato e le capacità produttive, ma è privo di tecnologie all’avanguardia per il settore. E Club Italy trova un partner per lui che sia in grado di portare qui tali tecnologie.

Per capirci meglio: sta parlando di vendita di tecnologie o di investimenti per l’approvvigionamento di tecnologie?
Di investimenti. Perché la semplice vendita è un’altra cosa alla quale non siamo molto interessati. Diciamo che aiutiamo a costruire modelli di business a lungo termine che poggiano sulle potenzialità russe e italiane e hanno a che fare con l’attrazione e la richiesta di investimenti. Lavoriamo con i fondi italiani SIMEST e FINEST tramite il Ministero dello Sviluppo Economico in Italia, e tali fondi sono stati creati per fornire assistenza alle iniziative economiche all’estero degli imprenditori italiani. I fondi finanziano questi progetti sulla base di condizioni abbastanza simboliche – per esempio, per 8-12 anni con una garanzia del 0,5% all’anno. Ma i soldi vengono inviati direttamente alle compagnie italiane e soltanto a loro per i progetti in condivisione.

Quindi lo stato invia fondi per aiutare le aziende italiane sui mercati esteri? E qualsiasi compagnia italiana può ricevere questo tipo di assistenza?
Il Governo Italiano adotta questa politica ma l’assistenza non può essere certo fornita a tutti quanti. Le imprese italiane devono avere almeno 3 anni con un bilancio positivo e devono rispettare altri parametri.

Come funziona questo schema?
Molto semplice. Il produttore italiano viene da me e, per esempio, dice: “Nicola, voglio trovare un partner russo per avviare un’azienda che produca tavoli esclusivi da cocktail in qualsiasi regione della Russia, persino a Mosca. Aiutami, per piacere”. Mi metto al lavoro e trovo un’azienda russa guidata da Mr. Ivanov, per esempio. E gli dico: “Mr. Ivanov, vuole produrre esclusivi tavoli italiani da cocktail?” E lui: “Sì, è il sogno della mia vita ma non ho abbastanza soldi”. E io: “Che cosa ha?”. E lui: “Ho un mercato e so dove trovare forza lavoro, chi coinvolgere, etc.”. Bene! Offro a loro di sedersi a un tavolo e allora il produttore italiano fa il punto su tutto quello che potrebbe servire per far funzionare l’azienda. Fanno il business plan e definiscono il budget per il progetto. E una volta che hanno concordato sui dettagli, vengono da me e dicono: “Nicola, stiamo fondando una nuova azienda, che si chiama Rosi e Ivanov Constructors. Abbiamo bisogno di 10 milioni di euro”. Prendo il loro business plan, specifico i dettagli e controllo se manca qualcosa di importante. Dopo aver fatto questo, li traduco nel linguaggio adatto per il Ministero Italiano, perché tali documenti devono essere assolutamente chiari per gli specialisti delle agenzie italiane, e quando ritengo che il business plan sia pronto, lo sottopongo al Ministero per valutare il possibile finanziamento.

Quali sono i settori in Russia più fertili per queste joint-venture?
Naturalmente, i settori di maggior richiamo sono quelli legati alla costruzione di hotel, negozi, ristoranti e persino piccoli comuni italiani. Molti imprenditori russi che vogliono costruire “small Italies” nelle loro regioni ci chiamano. Qualcuno vuole creare una “piccola Toscana”, qualcun altro vuole produrre vino italiano… Per esempio, è in progetto la creazione di una città di questo tipo nell’area di Sochi. Che altro? I produttori di formaggio di Adygei hanno bisogno della tecnologia per produrre le tipologie italiane e ci sono diverse richieste per attrezzature per segherie. Riceviamo decine di richieste ogni mese e scegliamo le più interessanti per le quali lavorare.

Si rivolgono a voi più frequentemente le aziende italiane o quelle russe?
Più o meno allo stesso modo. Molti produttori italiani alla ricerca di partner nel mercato russo così come russi alla ricerca di tecnologie e know-how italiani. Ovviamente capita di incontrare persone piene di illusioni e che sperano di fare soldi senza un progetto concreto. Per esempio, alcuni vengono e dicono: “Investite su di noi e copriremo l’intero pianeta con uno strato di 15 cm di caviale nero in 6 mesi”. Ci sono anche queste persone.

Ha sottolineato come non tutte le aziende possano avvalersi dei finanziamenti. Può dirci qualcosa di più a proposito di tali criteri?
Ripeto: il Governo Italiano richiede che le aziende in cerca di finanziamenti abbiano un bilancio positivo per gli ultimi 3 anni. Naturalmente, tutti noi sappiamo che gli ultimi 2 anni sono stati particolarmente difficoltosi per colpa della crisi. Così, anche se l’azienda non ha un bilancio perfetto, ma comunque accettabile, e soprattutto se è in grado di provare che crescerà grazie agli investimenti, il finanziamento sarà accordato. In secondo luogo, il nostro aiuto alle aziende italiane nella ricerca di partner russi adeguati e affidabili è importante per il Governo Italiano, il quale si impegna affinché le compagnie siano preparate dal punto di vista tecnologico. Terzo, il Governo Italiano richiede che il contributo dei partner russi sia concreto. Non del tipo: “le persone sanno chi chiamare”. Sono richieste basi solide per il modello di business. Il Governo Italiano, infatti, spesso preferisce che la controparte russa si occupi almeno del 15% degli investimenti, ancora meglio se la cifra è più alta. Ma l’85% del capitale è la cifra massima definita dagli italiani per tali progetti all’estero, sebbene Club Italy possa dare una mano, facendo in modo che il 15% rimanente possa essere ricevuto dalle banche italiane. Negoziamo direttamente con le banche e prepariamo i programmi illustrando le ragioni che spingano la banca a investire. Ovviamente, il tasso dello 0,5% è fuori questione e cerchiamo di accordarci su termini più economici, ma solo quando crediamo nel progetto e nei partner.

Quali sono le difficoltà di Club Italy nel rapportarsi con imprenditori italiani e russi?
Posso dire che noi di Club Italy siamo solo traduttori dal linguaggio burocratico a quello compreso dagli imprenditori, solo perché loro hanno un modo di pensare e i burocrati un altro. Inoltre dobbiamo tradurre tenendo in considerazione le differenti mentalità delle due nazioni. Talvolta le transazioni non arrivano a una conclusione solo perché i partner dimostrano di essere o troppo lontani o troppo vicini a livello di mentalità, e il ruolo principale di Club Italy è di aiutare a capirsi e, naturalmente, di aiutare tutti a comprendere la mentalità da burocrati per evitare un rifiuto. Club Italy ha un team di professionisti di prima scelta.

Nicola, lei ha una perfetta conoscenza della lingua russa, come mai?
Mia madre è russa.

Per questo motivo, è più facile per lei capire entrambe le nazioni?
Sì, naturalmente. Aiuta molto.